La varietà, la bellezza, la magnificenza della Natura, sono poste a serio rischio dalla sconsideratezza del comportamento umano, sempre più avido di denaro e sempre più incosciente circa la compromissione dell’ecosistema; allo sfruttamento intensivo delle risorse per motivi economici, si affianca l’irresponsabilità e l’indifferenza nei confronti della salvaguardia dell’ambiente. L’arte – che non è soltanto un qualcosa legato all’estetica, ma deve anche porsi come strumento di educazione e riflessione culturale -, può lanciare messaggi importanti di sensibilizzazione anche verso la problematica ambientale. Con questo scopo è nata la serie IMPACT, incentrata su tele di grandi dimensioni attraverso le quali l’artista Jeanfilip costruisce una narrazione per immagini non priva di accenti drammatici, e tuttavia poetica nella sua profonda partecipazione. Pur nelle linee di uno stile che si traduce in un punto d’incontro fra l’Astrattismo e l’Informale, è agevole riconoscere la riproduzione di ambienti naturali e situazioni di degrado, cieli, mari e foreste che, nella loro efficace resa in forme stilizzate, toccano il cuore dell’osservatore per tramite dei brillanti colori e conducono lo spettatore alla scoperta della natura e della sua bellezza. Che però ci viene mostrata in situazioni di aperta sofferenza: si scorgono infatti fratture e dispersioni, macchie, screpolature, intrusioni di vario genere: e la matericità della pittura si traduce in un grido di dolore dell’ecosistema.
Jeanfilip riproduce le ferite e gli sfregi inferti alla Terra da un’umanità che, per citare Battiato, si immerge in profumi e deodoranti ma imputridisce come sabbie mobili tirate giù, letteralmente affogando fra montagne di plastica e di sporcizia disseminate sul territorio. Nessuna immagine più efficace per descrivere l’abiezione di chi ha creato il disastro della “Terra dei Fuochi”, o di chi copre le spiagge di rifiuti, incendia boschi e foreste, immette nell’aria migliaia di tonnellate di anidride carbonica. È contro l’inciviltà che l’arte di Jeanfilip punta il dito, scuotendo le coscienze affinché ognuno si impegni a diminuire il suo impatto invadente sull’ecosistema. Tuttavia, al fondo di questo drammatico appello, alberga un soffio di speranza, suggerito dal volo delle farfalle, pura e leggiadra manifestazione di bellezza che continua a svolgersi sotto lo sguardo di un’umanità distratta, diseducata a riconoscere, capire e apprezzare la bellezza e la purezza della natura.
Farfalle la cui resistenza è apparentabile a quella della leopardiana ginestra che fiorisce sulla nera e dura lava pietrificata, farfalle che il visitatore dovrà seguire lungo tutto il percorso della mostra, chiedendosi quanto ancora la Terra potrà sopportare questo ritmo di sfruttamento intensivo e insensato.
Opere tattili, potenti nella misura in cui scagliano l’immagine davanti allo sguardo del pubblico, che trovano nel colore la loro forza etica, quasi l’acqua, il sole, gli alberi, le nuvole, si ribellassero all’inciviltà dell’uomo.
Niccolò Lucarelli
Jeanfilip Pur lavorando prima stampatore Litografo e in seguito come variantista di colore per tessuti di abbigliamento e arredamento, non trascura la passione per l’arte, e dal 1984 al 1990 frequenta la scuola d’arte Antonello da Messina di Legnano, diretta da Santo Nania. Pittore eclettico, dopo aver frequentato il paesaggio impressionista e le scomposizioni cubiste, continua a ricercare nuove soluzioni verso una pittura astratta predominata dalla forza e del colore, così come sperimenta tecniche e materiali diversi. In 25 anni di carriera ha preso parte a numerose mostre, sia personali sia collettive, in Italia e all’estero, da Milano a Roma, da Budapest a Parigi.
Niccolò Lucarelli Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di
fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.