Biografia

Nato nel 1962 JEANFILIP. vive e lavora in provincia di Milano.

E’ uno dei più interessanti artisti impressionisti sulla scena nazionale.

Frequenta per anni una scuola d’arte dedicandosi allo studio della figura e del paesaggio (1985-1991), sviluppando una buona tecnica impressionista in cui esprime sentimenti tramite l’armonia del colore, creando lavori limpidi con effetti di luce e ombre.

Le sue prime mostre risalgono a questo periodo con partecipazione a collettive con altri artisti e compagni di studio.

Col passare del tempo, acquista sempre più maturità artistica e l’attrazione per la pittura si sviluppa dopo un intenso periodo di studi della pittura moderna-contemporanea italiana e internazionale, dal desiderio di stravolgere le forme naturali che si presentano ai nostri occhi.

Allontanatosi dal figurativo, le sue prime opere astratte mostrano quest’effetto di scomposizione delle forme richiamando l’arte cubista.

Inizia così lo studio vero e proprio della forma, di una pittura di ricerca, dove le stesse forme acquistano una propria vitalità e la composizione diviene un soggetto elaborato, creato dal rapporto tra forma e colore.

Lo spazio è modulato da sinuose linee di composizione, dal chiaro scuro che segnano la superficie del quadro.

Questo rapporto tra forma e colore si fa sempre più intenso col trascorrere degli anni, e l’artista ne acquista sempre più padronanza iniziando a esporre nelle mostre personali la propria pittura astratta che gli consente di far conoscere le sue opere e di esporre in varie gallerie e manifestazioni.

Osservando attentamente le opere offrono ai nostri occhi una gamma ricchissima e sottile di note cromatiche che creano senso di spazio e dinamicità grazie anche alla densità di spessore e del fondo di base, creato utilizzando i più svariati materiali. Anche il supporto acquista importanza utilizzando materiali alternativi e di recupero alla classica tela, quali l’utilizzo di porte vecchie, plastica e altro.

I quadri sono costruiti su toni caldi e il totale affidarsi al colore motiva il raggiungimento di un’armonia pittorica diffusa organizzata da un’energia interna svelata dall’artista.

La trasparenza del colore lascia filtrare la luce dando risalto alle forme centrali delle opere che si espandono su tutta la superficie pittorica, e la sovrapposizione delle forme genera un continuo rincorrersi di piani creando profondità, le sfumature scivolano nell’ombra provocando luminosità nelle altre parti del quadro.

Nell’immagine è il colore a definire la forma che nasconde in ogni opera il bisogno dell’artista di esprimere tramite la pittura i sentimenti, i propri ricordi, la visione della quotidianità e la realtà che lo circonda.

La Materia diventa spirito e attende il suo presente per ritornare Materia”.

 

“Jeanfilip sembra essere uno di quei rari artisti che solcando le differenti periodi artistici del suo iter vitale è riuscito in essi, sempre a costituire stagioni pittoriche concrete, che l’hanno così fatto crescere pittoricamente parlando.

La stranezza ha voluto che Jeanfilip iniziasse con il figurativo, certo sempre ben scandito, controllato, ma in esso si preannunciava già che la strada di questo grande pittore dovesse incanalarsi verso ambiti più aulici, manifestando appieno, tutte le sue emozioni più interiori, costituendo e rendendo così anche una sorta di autentica alchimia cromatica che svolazza, che ridente si proietta con garbo a noi quasi danzante. Tutto questo è ben ravvisabile nel periodo definito delle “Lavagne” solchi di colore, che vengono non scelti, ma dettati sul momento creando veri capolavori pittorici ricchi di dovuta grazia e riconoscenza. In essi quasi per certi versi si ritrovano venature già espresse dal grande Burri, ma anche certi tasselli all’arte propria concettuale.

Jeanfilip non si sofferma a lungo, su quello che ha così tenacemente raggiunto, ma si immette, nuovamente inforcando i pennelli e genera nuovamente opere che però sembrano riportare , richiamare gli albori della pittura di Jeanfilip ovvero scene astratte ben modulate con la presenza di esili figure.Nel trittico in specifico sembra quasi rammentare un’opera di Lorenzo Viani, per quel connubbio corale di figure.

Porrei però maggior attenzione invece vero opere quelle dai titoli “Acqua” “La via dell’ocra” dove l’aspetto figurativo seppur presente, sembra diafano, volteggiante e si ritrova ampiamente e nuovamente quella genesi innata dell’artista che riesce a regalare stupore, incredulità a tanta abilità pittorica. Ma se si è ancora in grado di volersi soffermare sull’arte di questo grande interprete dell’arte contemporanea è giusto soffermarci sul capolavoro dal titolo”Riflessi Blue”:un’autentico dipinto che regala, nuove trascrizioni, nuovi momenti di riflessione pittoriche, nuovi raggiungimenti per questo eccellente artista.”

Valeria S.Lombardi Dott.ssa storia dell’arte contemporanea

Ha collaborato con L’Architetto Fabio Fornasari (Museo del 900 Milano) per MADEXPO 2011

Ricevendo il premio della critica sezione Arte-Pittura.